UDITO, L’ITALIA AL DI SOTTO DEL LIVELLO MINIMO DI CURA
Lo evidenziano i dati del primo Consensus Mondiale sul trattamento dell’ipoacusia negli adulti
Il documento, a cura di 31 esperti da 13 paesi, definisce uno standard internazionale minimoper il trattamento con l’impianto cocleare
Bologna, 17 settembre 2020. “La poca conoscenza e la scarsa consapevolezza sono le vere barriere per il raggiungimento di uno standard elevato ed equamente diffuso sulla cura del deficit uditivo. E’ importante che si alzi subito il livello di attenzione da parte dei governi, della comunità medico-scientifica e dei pazienti perché c’è un gran margine di miglioramento, anche in un momento come questo, in cui l’emergenza da Covid-19 ha messo a dura prova il sistema sanitario. Fortunatamente, studi sempre più approfonditi offrono oggigiorno ai decisori un valido supporto”. Così Carlo Martinelli, amministratore delegato di Cochlear Italia (foto), ha commentato la pubblicazione del primo Consensus Mondiale sul trattamento dell’ipoacusia negli adulti.
Pubblicato recentemente sulla rivista specializzata Jama Network, curato da 31 esperti dell’udito di estrazione chirurgica e audiologica, provenienti da 13 Paesi, rappresentanti dei pazienti e professionisti del settore, il Consensus attesta il ruolo centrale dell’impianto cocleare nel trattamento della perdita di udito seria e profonda negli adulti. Per questo la comunità scientifica internazionale già vede nel Consensus il primo passo verso la realizzazione di linee guida per la pratica clinica che aiutino a gestire l’adozione degli impianti cocleari a vantaggio dei pazienti con più di 18 anni.
Secondo il professor Craig Buchman, presidente del consiglio direttivo e responsabile del dipartimento di Otorinolaringoiatria e Chirurgia cervico-facciale dell’Università di Washington, il Consensus è un documento senza precedenti e fondamentale per migliorare, a livello globale, la cura dell’ipoacusia: “Non c’è mai stato un accordo internazionale che abbia stabilito quale sia il modo migliore di diagnosticare e trattare l’ipoacusia da severa a profonda negli adulti. Il Consensus stabilisce le prime linee guida mondiali per ottimizzare l’assistenza ai pazienti adulti, le raccomandazioni per i chirurghi, gli esperti in audiologia e gli erogatori di servizi sanitari”.
Secondo lo studio, oggi in Italia gli adulti non vengono sottoposti a esami dell’udito regolari nell’ambito dei normali controlli medici. Fra coloro ai quali, sottoposti ai test uditivi, viene diagnosticata un’ipoacusia da severa a profonda, solo pochi vengono inviati a uno specialista per stabilire se un dispositivo impiantabile sia la soluzione migliore per loro. Anche se gli impianti cocleari costituiscono un trattamento medico più efficace per riacquisire l’udito, soltanto 1 adulto su 20 sceglie l’impianto cocleare per risolvere il deficit uditivo.
E anche a livello internazionale preoccupano i casi di perdita dell’udito, in crescita soprattutto nel pubblico di media età. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, 466 milioni di persone (e cioè il 6% della popolazione mondiale) sono affette da ipoacusia invalidante, un dato che porta gli scienziati a prevedere, entro il 2050, il superamento dei 900 milioni di casi, ovvero 1 persona su 10 affetta da ipoacusia.
Per visualizzare il documento completo del Consensus: www.adulthearing.com
l’ufficio stampa e le media relations di Cochlear Italia sono a cura di Studio Baldassari Comunicazione
METODOLOGIA DELLO STUDIO
Il documento finale comprende 20 dichiarazioni che toccano sette categorie di adulti con ipoacusia bilaterale severa, profonda o moderata tendente a profonda. Ogni dichiarazione ha ricevuto l’adesione dei membri del gruppo di lavoro i quali si erano anche consultati con il CAPAC, l’associazione di consumatori e professionisti del settore (Consumer and Professional Advocacy Committee, CAPAC). Le categorie includono:
- livello di conoscenza degli impianti cocleari
- percorso di buone pratiche cliniche per la diagnosi
- linee guida di buone pratiche per l’intervento chirurgico
- efficacia clinica degli impianti cocleari
- fattori associati agli esiti post-impianto
- rapporto fra ipoacusia e depressione, declino cognitivo e demenza
- aspetti economici legati all’adozione degli impianti cocleari
Il Consensus è cominciato con un’analisi sistematica della letteratura pregressa, al fine di individuare gli studi pertinenti realizzati nel settore in questione. Tali studi sono stati usati per sviluppare bozze di dichiarazioni di consenso basate su prove scientifiche.
Successivamente le bozze delle dichiarazioni sono entrate nella fase di votazione del progetto Delphi, con tre sessioni di votazione anonime. Nell’ambito del progetto Delphi avevano diritto di voto tutti i membri del consiglio direttivo e del gruppo di lavoro Delphi sul consenso, ad eccezione del Presidente. Le votazioni sulle bozze delle dichiarazioni di consenso hanno avuto luogo in tre sessioni.
Il Consensus finale è stato definito con il voto positivo di almeno il 75% dei partecipanti. Nel corso di questo processo tutti i membri del gruppo di lavoro hanno avuto accesso a una relazione di studi scientifici scelti attraverso un’analisi sistematica della letteratura pregressa, compresi i risultati delle valutazioni di qualità degli studi stessi.
AUTORI
A capo del progetto Delphi per il Consensus sull’impianto cocleare monolaterale negli adulti con ipoacusia neurosensoriale bilaterale severa, profonda o moderata tendente a profonda, c’era il dott. Craig Buchman, in qualità di Presidente senza diritto di voto e Responsabile del dipartimento di Otorinolaringoiatria e Chirurgia cervico-facciale della facoltà di Medicina dell’Università di Washington, St. Louis, USA. Il Presidente è stato coadiuvato dai quattro membri del consiglio direttivo con diritto di voto: il professor René Gifford della Vanderbilt University di Nashville, USA; il dott. David Haynes della Vanderbilt University di Nashville, USA; il professor Thomas Lenarz della facoltà di Medicina dell’Università di Hannover, in Germania; e il professor Gerard O’Donoghue dell’Università di Nottingham, nel Regno Unito.
I membri con diritto di voto del gruppo di lavoro Delphi erano 26 esperti nel settore dell’uso degli impianti cocleari, fra audiologi e specialisti in otorinolaringoiatria, provenienti da 13 Paesi.
Inoltre nell’elaborazione delle dichiarazioni del Consensus è stato coinvolto il Consumer and Professional Advocacy Committee (CAPAC), associazione internazionale di professionisti e portatori di impianti cocleari.
Il progetto Delphi e il documento medico hanno ricevuto finanziamenti da Advanced Bionics, Cochlear Ltd, Med-El e Oticon Medical. Le società che hanno finanziato il progetto Delphi per il consenso non hanno partecipato né all’elaborazione, né al coordinamento, né ai contenuti del progetto stesso.
L’IPOACUSIA
L’ipoacusia è un serio problema sanitario a livello globale: 460 milioni di persone, oltre il 5% della popolazione mondiale, sono affette da ipoacusia invalidante e si prevede che il loro numero triplicherà salendo a 1,2 miliardi di persone entro il 2050. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità 72 milioni di persone potrebbero beneficiare di un dispositivo acustico (compresi un impianto cocleare o un apparecchio
acustico).Nella diffusione della patologia, in Italia sono le fasce più giovani a destare maggior preoccupazione: un numero allarmante di giovani italiani si espone a livelli pericolosi di rumore, rischiando una perdita uditiva permanente. Il 95% dei giovani tra i 18 e i 24 anni sostiene di ignorare gli avvisi di volume dei dispositivi mobili pur di ascoltare l’audio a un’intensità superiore ai livelli di guardia.
DUE TIPI DI IMPIANTO
Esistono principalmente due tipi di impianto: cocleare e a conduzione ossea. L’impianto cocleare, anche detto orecchio bionico, è indicato per sordità profonda (neurosensoriale). Un dispositivo dello spessore di pochi millimetri viene inserito sotto la cute dietro l’orecchio ed un sottile filamento con 22 elettrodi viene inserito nella coclea. Esternamente un piccolo processore retroauricolare veicola i suoni all’impianto interno mentre gli elettrodi, che svolgono la funzione delle cellule cigliate della coclea, inviano i suoni al nervo acustico ripristinando l’udito.
L’impianto a conduzione ossea (Baha – bone anchored hearing aid) è indicato per le perdite uditive trasmissive (tutti quei casi in cui un impedimento nell’orecchio medio non fa arrivare i suoni alla coclea) e miste (colesteatoma, otoscloresi). Il baha fa arrivare il suono direttamente alla coclea non passando per l’orecchio medio. L’intervento è semplice e mini invasivo.
Entrambi i dispositivi consentono connessioni wireless in modo da sentire la televisione o il telefono direttamente nel processore migliorando notevolmente la vita sociale delle persone.
COCHLEAR LIMITED
Cochlear è il leader mondiale per soluzioni acustiche impiantabili. L’azienda vanta una forza lavoro di 3.000 persone in tutto il mondo e investe oltre 120 milioni di dollari australiani all’anno in ricerca e sviluppo. Nella gamma di prodotti si annoverano sistemi acustici per impianti cocleari, impianti a conduzione ossea e acustici. Oltre 450.000 persone di qualsiasi età in più di 100 nazioni ora riescono a sentire grazie a Cochlear. www.cochlear.com