“COMBATTERE LA SORDITA’ OGGI SI PUO’”
In occasione del WHD il messaggio rassicurante di Cochlear, leader nell’implantologia cocleare
Cresce il deficit uditivo in Italia ma non la sensibilità verso la patologia e le cure

Roma, 2 marzo 2020. In occasione del World Hearing Day (WHD), un messaggio rassicurante arriva da Cochlear, multinazionale australiana, presente in 100 paesi, da più di 30 anni leader nel settore degli impianti cocleari e a conduzione ossea: le possibilità di riacquisire a pieno le funzionalità uditive oggi ci sono, anche per i casi più gravi. Il primo passo è l’aumento della sensibilità della popolazione e degli addetti ai lavori verso la prevenzione, la corretta diagnosi e i trattamenti disponibili.

Per fortuna, le storie che dimostrano la forza di questo consiglio ci sono. Ad esempio quella di Valerio, colpito dalla sordità a 42 anni, dopo un’infanzia di problemi all’orecchio, e la svolta 8 anni più tardi, con un sofisticato orecchio bionico. Valerio è infatti divenuto sordo per colesteatoma bilaterale ma è tornato a “udire il mondo” grazie all’impianto cocleare, una innovazione efficace, sicura, che permette il recupero dell’ascolto e, di conseguenza, la piena integrazione a pazienti diversi, una volta condannati a vivere nel silenzio: dai giovanissimi agli adulti fino agli ultra novantenni.

Dati Censis rivelano che i casi di perdita dell’udito in Italia sono aumentati del 4,8% dal 2012, con un ampio coinvolgimento del segmento d’età centrale. Oggi gli italiani che ne soffrono sono oltre 7 milioni, tuttavia, secondo l’osservatorio di Cochlear, solo il 31,5% di essi ammette di aver effettuato un test dell’udito negli ultimi 5 anni e infine, fra i soggetti ipoacusici, poco più del 25% si sottopone a cure malgrado a posteriori tutti i pazienti che beneficiano di un dispositivo riconoscano miglioramenti nella qualità di vita e nello stato generale di salute.

Colpa di una scarsa sensibilità da parte del pubblico verso una patologia non ancora percepita come tale. Il deficit uditivo (ipoacusia) è la seconda causa di disabilità nel mondo e interessa 466 milioni di individui, numeri del tutto paragonabili, se non superiori, a patologie verso le quali il livello di attenzione è certamente maggiore. Un’istantanea che, nel caso dell’Italia, viene aggravata da un dialogo ancora troppo lento e farraginoso fra le associazioni dei pazienti, la sanità pubblica e i produttori. “In Italia l’impianto cocleare è incluso nei livelli essenziali di assistenza, fa parte cioè di quelle prestazioni che dovrebbero essere garantite ai cittadini – sottolinea Carlo Martinelli, amministratore delegato di Cochlear Italia – Malgrado questo, la sua adozione sul territorio nazionale è ancora a macchia di leopardo, in diverse regioni l’impianto non è adeguatamente rimborsato e la mobilità sanitaria è un fenomeno diffuso che impatta non solo sui conti pubblici ma anche su quelli delle famiglie”.

La chiave è nella prevenzione e oggi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Udito (WHD), è la dottoressa Eliana Cristofari, Direttore dell’Audiovestibologia di Varese, a ricordarlo: “la sordità può insorgere a qualunque età per cui, in caso di riduzione soggettiva dell’udito anche monolaterale, difficoltà a comprendere le parole specie in ambienti rumorosi o di acufeni, e cioè i fastidiosi rumori nell’orecchio, è consigliabile sempre una visita specialistica. La valutazione prevede la quantificazione della perdita uditiva ma anche della disabilità che ne deriva. La diagnosi non prevede, quindi, il solo esame audiometrico ma una batteria di test. Lo specialista indicherà le possibili soluzioni per migliorare l’ascolto, i trattamenti medici o chirurgici a seconda della causa o il trattamento protesico con le protesi acustiche o l’impianto cocleare che può essere applicato con beneficio anche negli anziani. Anche nell’adulto la presa in carico medico-riabilitativa è fondamentale per un risultato ottimale”.

DUE TIPI DI IMPIANTO
Esistono principalmente due tipi di impianto: cocleare e a conduzione ossea. L’impianto cocleare, anche detto orecchio bionico, è indicato per sordità profonda (neurosensoriale). Un dispositivo dello spessore di pochi millimetri viene inserito sotto la cute dietro l’orecchio ed un sottile filamento con 22 elettrodi viene inserito nella coclea. Esternamente un piccolo processore retroauricolare veicola i suoni all’impianto interno mentre gli elettrodi, che svolgono la funzione delle cellule cigliate della coclea, inviano i suoni al nervo acustico ripristinando l’udito.
L’impianto a conduzione ossea (Baha – bone anchored hearing aid) è indicato per le perdite uditive trasmissive (tutti quei casi in cui un impedimento nell’orecchio medio non fa arrivare i suoni alla coclea) e miste (colesteatoma, otoscloresi). Il baha fa arrivare il suono direttamente alla coclea non passando per l’orecchio medio. L’intervento è semplice e mini invasivo.
Entrambi i dispositivi consentono connessioni wireless in modo da sentire la televisione o il telefono direttamente nel processore migliorando notevolmente la vita sociale delle persone.

COCHLEAR LIMITED
Cochlear è il leader mondiale per soluzioni acustiche impiantabili. L’azienda vanta una forza lavoro di 3.000 persone in tutto il mondo e investe oltre 120 milioni di dollari australiani all’anno in ricerca e sviluppo. Nella gamma di prodotti si annoverano sistemi acustici per impianti cocleari, impianti a conduzione ossea e acustici. Oltre 450.000 persone di qualsiasi età in più di 100 nazioni ora riescono a sentire grazie a Cochlear. www.cochlear.com

STUDIO BALDASSARI COMUNICAZIONE cura l’ufficio stampa e le media relations di Cochlear Italia dal 2017.